La questione della verifica dell’esistenza in vita è un aspetto fondamentale per i pensionati italiani che vivono all’estero. Mentre in Italia il problema non sussiste grazie alla registrazione dei certificati di morte presso l’INPS, che automaticamente sospende l’erogazione dell’assegno mensile e procede eventualmente con il calcolo delle pensioni di reversibilità, per chi vive all’estero il processo è più complesso.
Verifica esistenza in vita pensionati all’estero
L’INPS effettua una verifica periodica dell’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero attraverso un sistema di comunicazione postale. Questo compito è affidato a Citibank, la banca che si occupa del pagamento delle pensioni all’estero. Le verifiche sono effettuate con scadenze diverse a seconda dell’area geografica di residenza:
- America, Asia, Estremo Oriente, Paesi Scandinavi e Stati dell’Est Europa: La verifica deve essere completata entro il 18 luglio. Se il pensionato non risponde, la pensione di agosto deve essere riscossa in contanti presso le agenzie Western Union nel paese di residenza. Se anche questo non avviene, il pagamento sarà sospeso a partire dalla rata di settembre 2024.
- Europa, Africa e Oceania: Gli accertamenti per questi pensionati inizieranno dopo l’invio delle lettere INPS a settembre 2024, con una scadenza fissata per gennaio 2025. In mancanza di risposta, la pensione di febbraio dovrà essere riscossa di persona presso una delle agenzie Western Union, altrimenti il pagamento sarà sospeso da marzo 2025.
Implicazioni per i pensionati
Per i pensionati all’estero, è cruciale rispondere alle comunicazioni dell’INPS per evitare la sospensione della pensione. La procedura è semplice: basta rispondere alla lettera ricevuta da Citibank, confermando la propria esistenza in vita. Questo sistema di controllo è stato implementato per prevenire il pagamento improprio delle pensioni a persone decedute, un problema che può sorgere in mancanza di un efficiente sistema di comunicazione tra i paesi.